L’esperienza mistica nella cultura e nella scienza (Wrocław)

Invito al convegno internazionale: 

L’esperienza mistica nella cultura e nella scienza / 

Mystical Experience in Culture and Science 

Luogo e data della conferenza: 

Wrocław, 7-9 dicembre 2022 

Organizzatore: 

Uniwersytet Wrocławski 

Facoltà di Filologia 

Dipartimento di Filologia Romanza 

Wrocław è la città natale di Angelus Silesius (1624-1677) e la regione della Bassa Slesia è il luogo di studio di eminenti filosofi e mistici, tra cui Jakub Boehme (1675-1624) sembra essere il più importante. L’anno 2022 è stato dedicato dalla città di Wrocław a Edith Stein (1891-1942), una delle più eminenti studentesse dell’Università di Wrocław, che come fenomenologa ha cercato la profondità dell’esperienza dell’ “uomo interiore”, che ha espresso nella sua attività di scrittura. Per questo vorremmo invitarvi a partecipare a un convegno internazionale dedicato all’esperienza mistica ampiamente intesa nella cultura e nella scienza, nonché alla memoria di Edith Stein. 

Il misticismo, corrente filosofica e religiosa presente in molte culture e religioni, riconosce l’esistenza di un’esperienza mistica intesa come un atto e/o uno stato di comunicazione e unione diretta di un essere umano (o di qualsiasi essere cosciente individuale) con la realtà ultima, che viene spesso descritta come un assoluto impersonale o Essere Personale perfetto su cui si fonda l’essenza di ogni altro essere esistente. Questa trascendenza, in un contesto tutto religioso, funziona come il sacrum. William James (1842-1910), che incluse l’esperienza mistica tra le Esperienze Religiose (1902), ne indicò le seguenti caratteristiche distintive: indicibilità, noeticità (l’illuminazione che l’accompagna rivela e nasconde simultaneamente), transitorietà (durata relativamente breve) e passività (del soggetto che sperimenta).   

L’esperienza empirica, che è apparentemente un legame infallibile tra l’individuo e la realtà, non ha una giustificazione propria, esige una convalida da parte della ragione, la ratio. Anche l’esperienza mistica (quell’improvvisa e prepotente intrusione del sacro nell’individuo) cerca la sua conferma, comprensione ed espressione attraverso la parola, il logos, spesso un simbolo codificato, che poi diventa la base di un credo religioso, di un movimento filosofico o di una ricerca soteriologica individuale. Sebbene l’ “oggetto” stesso dell’esperienza del sacro, cioè  Dio, la Dea, la Divinità, siano indefinibili e inesprimibili, i mistici cercano di esprimere la loro esperienza in termini radicati nella tradizione e nella cultura. In questo modo, l’esperienza mistica comincia a funzionare in un quadro interpersonale e sociale.  

L’estasi è un’esperienza particolare della teofania, poiché indica il fenomeno dell’andare oltre il sé sperimentato dall’estatico (devoto, yogi, asceta) ma anche dal dio o dalla dea, il superamento del proprio sé e l’apertura verso l’Altro. Mentre i motivi divini possono essere discussi ma mai pienamente riconosciuti, i percorsi umani dall’estetica (la percezione sensoriale, la sperimentazione della teofania attraverso la bellezza) all’estasi per il mistico diventano l’unico modo possibile di vivere. Così l’homo mysticus percorre la via mystica nella realtà transpersonale, il mistero della coesistenza dell’Assoluto e della Creazione, l’oscurità indicibile, nella paura mistica. 

Il misticismo è, dunque “un’esperienza cosciente straordinariamente intensa del sacro «all’interno dell’essere umano», come la maggiore o l’unica virtù. […] Il valore del sacrum sarà compreso diversamente nelle religioni mistiche, che non parlano necessariamente di un dialogo tra il mistico e l’Assoluto, e nelle religioni profetiche, che riconoscono la sostanziale separatezza del soggetto e dell’oggetto dell’esperienza mistica. Tuttavia ci sarà un elemento comune in entrambe le tradizioni: la cosciente partecipazione nel centro stesso del sacro”1. Questa intrusione sacra, che si impadronisce dell’insieme emotivo e mentale umano, e spesso anche di quello corporeo, ha molti aspetti.  

Nello spazio della trascendenza, l’ ‘io’ individuale può scomparire temporaneamente, portando alla nascita di un ‘nuovo io’. Per raggiungere l’esperienza mistica, si intraprendono diversi sforzi di carattere ascetico, quali: deprivazione sensoriale, meditazione, silenzio, tecniche di respirazione. Sono pervenute numerose testimonianze in cui si narra l’aver sperimentato la presenza del Divino, di trovarsi al cospetto del dio o della dea (per citarne una, l’esperienza descritta nel libro dell’Esodo, quella di Mosè sul Monte Sinai). Allo stesso modo, spesso si crede che il Dio o la Divinità facciano uno sforzo per entrare in contatto con l’Amata o l’Amato, così il motivo dell’unione mistica o del matrimonio spirituale, che unisce il mistico con l’erotico, ritorna in diverse forme e in diverse tradizioni (il concetto di bhakti divina nell’induismo, le interpretazioni ebraiche e cristiane del Cantico dei Cantici, la poesia sufi). Possono essere menzionate anche le possessioni divine del corpo dell’estatico, gli stati di ubriachezza divina e altre pratiche di trasgressione o follia divina (per esempio negli adepti tibetani di Vajrayāna o negli ‘yurodivi’ in Russia). In quel momento può anche essere rivelata la conoscenza segreta, altrimenti nascosta al mondo (per esempio la tradizione di Visnù tra i Pāñcarātra, gli insegnamenti pitagorici e orfici). La presenza divina è stata sperimentata durante gli antichi misteri greci o egizi, nelle confraternite religiose e filosofiche, e più tardi nei circoli di alcune società segrete. 

Prima della tradizione cristiana il misticismo era associato a una forma particolare di esperienza spirituale e, su basi filosofiche e teologiche, alla cognizione apofatica (gli scritti dello Pseudo-Dionigi, di Eriugena, e dei mistici renani); con lo sviluppo del cristianesimo si è legato al carattere mistico della dottrina cristiana, riservato a un gruppo di iniziati (l’aggettivo greco μυστικός, ‘mistico’, condivide la stessa radice della parola ‘mistero’, μυστήριον). È necessario fare una distinzione tra il misticismo e l’esoterismo (e le diverse forme di magia che talvolta sono ad esso correlate): il misticismo è un’espressione della ricerca dell’unione diretta con la divinità attraverso il superamento della sfera dell’immaginazione, la quale è, invece, il fattore chiave e imprescindibile di varie tendenze esoteriche. Le due sfere, tuttavia, spesso si mescolano, ad es. nella cabala ebraica, nell’ermetismo e nell’alchimia mistica, nei neoplatonici rinascimentali che professano la prisca theologia, in Jacob Böhme, Louis-Claude de Saint-Martin, Emanuel Swedenborg e nei romantici che si ispirarono a loro. 

L’arte rientra in questo contesto sia come forma di invocazione alla Divinità che come espressione dell’amore e della presenza divina: la danza estatica (tra cui le danze sufi, il Teyyam di Kerala), la musica e il canto (tra cui i baul, gli āḻvār e i poeti mistici śivaiti  nāyaṉmār). La letteratura fornisce innumerevoli esempi della trasposizione di temi mistici nel linguaggio della poesia e della prosa: dal ciclo arturiano e la leggenda del Santo Graal, a L’Aleph di Jorge Luis Borges e La notte di fuoco di Eric-Emanuel Schmitt, passando per le opere di Novalis, William Blake, Victor Hugo o dei simbolisti.  

L’esperienza mistica è anche oggetto d’interesse di numerose correnti della nuova spiritualità che si sono sviluppate dinamicamente negli ultimi decenni (come nel campo della vasta e varia cultura New Age) e che combinano zelantemente le tradizioni dell’Estremo Oriente con la sensibilità occidentale. Tale esperienza è un motivo spesso ricorrente nell’ambito del post-secolarismo, cioè la corrente di pensiero che sfida la convinzione della graduale e progressiva secolarizzazione del mondo. Si possono citare le opere di Charles Taylor, John Caputo, Jacques Derrida, Emmanuel Carrère o Julia Kristeva, e nella cinematografia i film di Bruno Dumont. L’esperienza mistica diventa qui un elemento di reinterpretazione, trasformazione e una nuova maniera di vivere l’esperienza religiosa in un mondo post ‘morte di Dio’, in cui né le strutture dogmatiche della chiesa né l’ateismo, che racchiude l’uomo nella pura immanenza della natura, possono più apparire come risposte soddisfacenti alle domande fondamentali della condizione umana. 

Benché il fenomeno dell’esperienza mistica sia stato di grande importanza nel contesto della cultura e della vita personale per secoli, solo in epoca più recente è divenuto oggetto di una seria ricerca empirica, principalmente nel campo delle neuroscienze. Gli studi rivolti fino a oggi all’attività psicobiologica dei mistici contemporanei (monache carmelitane, yogi e monaci buddisti che praticano la meditazione), gettano nuova luce sui meccanismi che inducono alle esperienze mistiche e hanno portato a interessanti conclusioni di carattere comparativo. 

Proponiamo alcuni argomenti come spunto per il nostro incontro scientifico: 

  • L’esperienza mistica e la tradizione biblica    
  • L’esperienza mistica nelle diverse religioni del mondo     
  • L’esperienza mistica in una prospettiva comparativa   
  • L’esperienza mistica e la sua espressione    
  • L’esperienza mistica nella letteratura, nel teatro, nell’arte e nel cinema    
  • L’esperienza mistica in contesti post-secolari      
  • L’esperienza mistica alla luce della storia    
  • L’esperienza mistica nell’esoterismo occidentale     
  • L’Esperienza mistica e la filosofia     
  • L’Esperienza mistica e le neuroscienze     
  • L’Esperienza mistica e la psicoanalisi    
  • L’esperienza mistica non religiosa, “selvaggia”    
  • L’esperienza mistica nell’opera di Edith Stein  

INFORMAZIONI IMPORTANTI 

Luogo dell’incontro:  

Uniwersytet Wrocławski 

Dipartimento di Filologia Romanza,  

pl. Bp. Nankiera 4, 50-140 Wrocław 

Comitato organizzativo: 

Nina Budziszewska (Uniwersytet Wrocławski)  

Marlena Krupa-Adamczyk (Uniwersytet Wrocławski)  

Gianluca Olcese (Uniwersytet Wrocławski) 

Tomasz Szymański (Uniwersytet Wrocławski)  

Comitato scientifico: 

Piotr Augustyniak (Uniwersytet Ekonomiczny, Kraków)  

Sonia Maura Barillari (Università di Genova)  

Agata Bielik Robson (Instytut Filozofii i Socjologii PAN, University of Nottingham)  

Nina Budziszewska (Uniwersytet Wrocławski)  

Antonio Guerci (Università di Genova)  

Marzenna Jakubczak (Uniwersytet Pedagogiczny)  

Mirosław Kiwka (Papieski Wydział Teologiczny we Wrocławiu)  

Marlena Krupa-Adamczyk (Uniwersytet Wrocławski)  

Piotr Lorek (Ewangelikalna Wyższa Szkoła Teologiczna, Wrocław)  

Maciej Manikowski (Uniwersytet Wrocławski)  

Gianluca Olcese (Uniwersytet Wrocławski)  

Monika Rzeczycka (Uniwersytet Gdański)  

Luiza Rzymowska (Uniwersytet Wrocławski)  

Alicja Sakaguchi (Uniwersytet im. Adama Mickiewicza, Poznań)  

Francisco Javier Sancho Fermín, OCD (Centro Internacional Teresiano-Sanjuanista, Ávila)   

Anna Siri (Università di Genova)  

Tomasz Szymański (Uniwersytet Wrocławski)  

Izabela Trzcińska (Akademia Górniczo-Hutnicza, Kraków)  

Zofia Zarębianka (Uniwersytet Jagielloński, Kraków) 

Scadenza per le presentazioni: 26 giugno 2022 

Conferma della ricezione delle domande: 10 luglio 2022 

Durata delle relazioni: 20 min. (+10 min. di discussione) 

Lingue della conferenza: polacco, inglese, spagnolo, francese e italiano  

Tassa d’iscrizione: 100 Euro / 450 PLN  

Include: materiale per la conferenza, accesso alle sessioni della conferenza, certificato di partecipazione, caffè e rinfreschi durante le pause, visita al Museo Edith Stein, visita guidata di Wroclaw sulle orme di Edith Stein, cena di chiusura, pubblicazione scientifica in volume. 

Invio delle proposte

Via e-mail a uno dei seguenti indirizzi (in base alla lingua): 

marlena.krupa@uwr.edu.pl  (in polacco o spagnolo)  

nina.budziszewska@uwr.edu.p (in polacco o inglese)  

tomasz.szymanski@uwr.edu.pl (in polacco o francese)  

gianluca.olcese@uwr.edu.pl (in italiano o inglese)  

L’email deve contenere un allegato in formato Word con le seguenti informazioni: 

1. nome, cognome 

2. titolo di studio o titolo accademico 

3. affiliazione 

4. e-mail 

5. indirizzo  

6. numero di telefono 

7. titolo della presentazione 

8. disciplina/e 

9. abstract (circa 200 parole)