CFP_Kepos 1/2020. Le Digital Humanites nell’italianistica: prospettive per una rinascita

 Duos pedes habeto, noli esse claudus 

‘Abbi due piedi, non zoppicare’ 

(Agostino d’Ippona) 

L’informatica umanistica – o se si preferisce la dicitura inglese digital humanities – ha senza dubbio cambiato lo status quaestionis dell’italianistica, sfumandone i confini, completandone repertori e corpora, diffondendo sempre più i relativi risultati delle ricerche. 

Talvolta l’applicazione di tecnologie computazionali permette di strutturare modelli utili a risolvere (o quanto meno a provare di risolvere) questioni irrisolte, talvolta – molto più umilmente – l’utilizzo di corpora o software applicativi dedicati rende la ricerca più rapida, precisa e con minor margine di errore. Nel mezzo, una miriade di sfumature caratterizza l’italianista che a vari livelli e gradi – spesse volte inesorabilmente – investiga nella sua disciplina fruendo di saperi, tecniche e metodologie informatiche (es. modelli formali di testo). 

Per il Numero 1/2020 di Kepos chiediamo dunque agli interessati saggi inerenti l’applicazione delle nuove tecnologie alla ricerca in ambito italianistico. Data l’interdisciplinarietà delle digital humanities, sono particolarmente ben accetti saggi con aperture a settori più specifici di natura tanto umanistica (linguistica teorica e applicata, filologia, critica) quanto scientifica stricto sensu (programmazione informatica e computer science, automatica, scienze cognitive, intelligenza artificiale). 

I saggi – rispettosi delle norme redazionali della rivista – vanno inviati entro il 15 giugno all’indirizzo redazione@keposrivista.it 

Norme redazionali: http://www.keposrivista.it/wp-content/uploads/2019/08/Nuove-norme-redazionali.pdf