CFP L’immaginario della scienza. Fantascienza femminista: immaginare il genere (sessione AIPI Ginevra 2020)

Coordinamento:

Silvia Contarini (Université Paris Nanterre), silvia.contarini@parisnanterre.fr

Sara Faccini (Université Paris Nanterre), sara.faccini@libero.it

Ramona Onnis (Université Paris Nanterre), ramona.onnis@gmail.com

Anna Chiara Palladino (Université Paris Nanterre), annachiara.palladino@gmail.com

Manuela Spinelli (Université Rennes 2), manuela.spinelli@univ-rennes2.fr

Con la pubblicazione di Frankenstein nel 1818, la fantascienza fa il suo ingresso ufficiale nel mondo della letteratura. Scienza e narrazione si intrecciano per dare vita a creature, civiltà, mondi non reali, ma che appaiono possibili. Un connubio che si rivela ancora più fecondo nella nostra epoca in cui l’evoluzione tecnologica ha colonizzato buona parte del nostro immaginario spingendo sempre più in là i limiti dell’umano e dell’organico, portando anche a un ripensamento delle categorie, delle assegnazioni, dei ruoli e degli stereotipi di genere. In effetti, seppur la fantascienza e il femminismo nascano pressoché insieme, per lungo tempo la Science Fiction è stata maschile: a scriverne erano autori e il mondo immaginario (e immaginato) era dominato da uomini. Sarà solo con la fine degli anni Sessanta che inizierà a emergere una fantascienza definibile femminista. Sarah LeFanu evidenzia che «la fantascienza è percepire il mondo in modi diversi; così è il femminismo»; Rosi Braidotti afferma che «la fantascienza [è] un genere da difendere innanzitutto come letteratura di idee, con un serio contenuto filosofico e un’evidente vocazione a impartire lezioni morali»; entrambe ci ricordano, in fondo, l’auspicio di Virginia Woolf che incoraggiava a pensare e scrivere liberamente, senza costrizioni e conformismi canonici. La nostra sessione mira ad analizzare narrazioni, rappresentazioni, (de)costruzioni del genere nella produzione artistica e nel pensiero critico e filosofico italiano, a firma femminile e maschile, dall’Ottocento ai giorni nostri, partendo dall’ipotesi che opere ascrivibili al campo – inteso in senso largo – della fantascienza, dell’utopia o della distopia possano proporre interessanti visioni alternative al binarismo tradizionale e diverse attribuzioni di genere, immaginando nuovi corpi sessuati e reinventando i ruoli e le funzioni ad essi assegnati. Alcune possibili piste di riflessione, senza alcuna pretesa di esaustività, sono:

– Figure maschili e femminili nelle opere di fantascienza italiana.

– Fantascienza e etica: immaginare un mondo più giusto e libero per tutt@.

– L’altrove come spazio libero da convenzioni in cui sperimentare nuovi modelli.

– L’ibrido, l’alieno, il post-umano: nuove identità sessuali?

– La nuova centralità del corpo (a)sessuato.

– Le potenzialità del «genere» (letterario, artistico) nella ridefinizione del gender.

Gli abstract dovranno essere inviati entro il 30 novembre 2019.

Per le modalità di iscrizione, si veda il sito dell’AIPI: https://www.infoaipi.org/