CfP: La fictio sul palcoscenico della storia. VIII Convegno internazionale dell’AIBA

La fictio sul palcoscenico della storia.
VIII Convegno internazionale dell’AIBA (Associazione degli Italianisti nei Balcani)

Nel 2016 ricorrono i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Il connubio fra la storia e la fictio nel vortice dei grandi temi intrecciati alle situazioni della vita di ogni giorno, personali ed emotive, con l’inevitabile contributo del fantastico, attira la nostra attenzione e ci invita sempre a nuove discussioni e a nuove ricerche. Poi, nel 2017 cadranno i 190 anni dell’edizione ‘ventisettana’ de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. In questo capolavoro del XIX secolo non troviamo la dimensione del fantastico, ma lo sfondo storico sul quale si svolgono le vicende dei protagonisti ci fa tornare al tema della fictio sul palcoscenico della storia e alla sperimentazione di nuove possibilità di ulteriori ricerche. Tuttavia, per non restare nei limiti del romanzo storico e del poema cavalleresco, offriamo alcune nuove proposte e sottotemi delle seguenti aree: la lingua, i generi come l’odeporica, le questioni della letteratura generale e gli aspetti della cultura italiana come, per esempio, la musica e la cucina. Oltre ai sottotemi, di seguito esposti, il comitato organizzativo valuterà con attenzione proposte di interventi volti a trattare il tema principale della Fictio sul palcoscenico della storia anche in modi non indicati dai punti elencati nel call for paper, nell’intento di stimolare approcci originali e la curiosità scientifica.

I sottotemi proposti dal comitato organizzativo:

1. Nel 1967 il mai troppo compianto Giorgio Manganelli, nel suo saggio “La letteratura come menzogna” scriveva:
Colui che maneggia oggetti letterari è coinvolto in una situazione di provocazione linguistica. Irretito, irrigato, immerso in una trama di orbite verbali, sollecitato da segnali, formule, invocazioni, puri suoni ansiosi di una collocazione, abbagliato e ustionato da fulminei, erratici percorsi di parole, voyeur e cerimoniere, egli è chiamato a dar testimonianza sul linguaggio che gli compete, che lo ha scelto, l’unico in cui gli sia tollerabile esistere.
Dar testimonianza a chi? A cosa? Alla storia? Forse, molto probabilmente sì, alla storia generale e alla propria storia, che, come ci insegna Tolstoj, è il motore della prima. Di fronte alla storia, anzi alle due storie, il linguaggio si rende artefatto di artifici, girandola in moto perpetuo, fictio e realia nello stesso tempo. Credo che questa considerazione possa essere il punto di partenza per coloro che vogliono indagare il ruolo del linguaggio, come artefatto, sul palcoscenico della/e storia/e. Come si è sviluppato evolvendosi e/o involvendosi, come è stato usato, risparmiato e sperperato nello sbattersi contro una storia che ha assunto ritmi incredibilmente veloci e, sin troppo, fugaci. È ancora il linguaggio una provocazione oppure si è adeguato, rifluendo verso lidi più sicuri e protetti dal senso comune?

2. Il viaggio come incontro fra la storia individuale e la storia universale
Quando si parte per un viaggio sulla rotta di motivi chiari e oggettivi, il ritorno di solito è segnato da una serie di interrogativi scaturiti dall’esperienza di nuovi ambiti sociali, culturali e storici. Il motivo oggettivo diventa allora screziato da verità intime, invisibili per gli altri, mentre il racconto del vissuto è in realtà l’occasione giusta per la confessione mascherata. Dopo l’autobiografia, il libro di viaggio è lo spazio più adatto per le leggende personali e per la definizione del proprio ruolo nella storia umana e della civiltà. Così il viaggio nello spazio e/o nel tempo è uno spostamento più spirituale che fisico ed è una liberazione in cui le poetiche acquisiscono la piena forma. Caricare l’oggettivo con il personale e l’invisibile rappresenta lo svelamento vivace, misterioso e un po’ timido dell’autore-viaggiatore davanti ai suoi interlocutori ed è solo il dialogo con lo scrittore che ai lettori e ai critici rende possibile la comprensione della storia individuale, nascosta tra i fatti storici, sotto forma della fictio.

3. Metanarrativa storiografica

All’interno di questo soggetto, saranno studiati i seguenti aspetti: 1. L’uso della prospettiva storica nei principi della creazione della fictio, sfruttando le possibilità di rinvenire la verità storica nell’opera letteraria; 2. le questioni del disvelamento di falsificazioni dei fatti storici; 3. le relazioni tra probabile, vero e miracoloso nella storia e nella fictio; 4. le relazioni tra l’oblio e la memoria; 5. le questioni relative alla costruzione, ricostruzione e decostruzione della storia; 6. le relazioni tra intertestualità, storia e fictio; 7. il rapporto tra i personaggi della fictio e i personaggi storici. Questi aspetti saranno analizzati al fine di chiarire il concetto di intertestualità fra la storia e la fictio nella letteratura mondiale del XX e XXI secolo.

4. La Storia (im)possibile. Fatto e finzione nei libretti d’opera italiani

L’elemento storico, non che sorgente nuova e sempre varia d’ispirazioni musicali, dev’esser base essenziale ad ogni tentativo di ricostituzione drammatica; certo, se il dramma musicale deve armonizzarsi col moto delle civiltà, e seguirne o aprirne le vie, ed esercitare una funzione sociale, deve anzi tutto riflettere in sé l’epoche storiche ch’ei s’assume descrivere, quando cerca in quelle i suoi personaggi._
Con queste parole Giuseppe Mazzini, nel saggio La filosofia della musica (1836), invita i compositori e i librettisti a servirsi della Storia per raccontare e mettere in scena i loro melodrammi. Eppure avvenimenti e personaggi storici trovano rappresentazione e trasfigurazione sulla scena dell’opera in musica, uno dei generi più apertamente finzionali, fin dai suoi albori, dalla romanzesca ed eticamente ambigua Roma imperiale dell’Incoronazione di Poppea (Busenello), alla Storia antica utilizzata come preciso strumento di politica culturale da Metastasio, dal pathos risorgimentale che si lega all’ethos borghese nei melodrammi di Verdi alla seduzione della realtà nell’opera verista, dalla rilettura decadente del Rinascimento nel primo Novecento all’intreccio tra musica e ideologia della modernità. Ma quali sono gli strumenti con i quali il teatro musicale racconta la Storia? Perché si scelgono soggetti storici? Quanto lo statuto stesso di finzione proprio dell’opera in musica agisce sulla verisimiglianza dei soggetti? Cosa si perde e cosa si acquista nel passare dalla realtà alla finzione, dal fatto al libretto? È davvero adatta la musica a rappresentare la Storia? Queste sono solo alcune delle domande alle quali potrebbe provare a rispondere la riflessione sul rapporto tra Storia e finzione nel teatro musicale a cui invita questo convegno.

5. L’innovazione e la fantasia nella storia della gastronomia italiana

Nella settimana della cucina italiana, che si svolge dal 21 al 27 novembre, è inevitabile ricordarsi della storia della gastronomia italiana con uno speciale riguardo ai secoli precedenti e agli elementi dell’innovazione nel passato che oggi si trovano al limite della finzione, mentre tanto tempo fa rappresentavano gli ingredienti accettabili e presenti anche nelle tavole della gente comune. Le abitudini medievali, i menù rinascimentali e i pasti barocchi sono una rassegna di ricette basate su una fantasia e su una maestria oggi inimmaginabili. Attraverso la storia della fantasia gastronomica del Bel Paese si può vedere come si è formata una delle più importanti colonne culturali dell’Italia e della sua immagine del paradiso gastronomico.

INFORMAZIONI LOGISTICHE

Il convegno si articolerà in due giornate; i contributi dovranno essere contenuti entro i 20 minuti, per lasciare spazio a un auspicabile dibattito.

Si prega, al fine di facilitare l’organizzazione, di proporre la propria partecipazione compilando la scheda di adesione e inviandola all’indirizzo di posta elettronica info@infoaiba.eu entro il 15 settembre 2016.
Entro il 30 settembre 2015 sarà inviata una mail di conferma ai partecipanti accolti. È prevista la pubblicazione degli atti. Le lingue ufficiali del convegno sono l’italiano, il bosniaco-croato-serbo e l’inglese.

L’organizzazione offrirà ai relatori il vitto (nei giorni del convegno: una cena sociale il 25 novembre e due rinfreschi in pausa pranzo). L’alloggio e le spese di viaggio saranno a carico dei partecipanti. L’organizzazione metterà a disposizione dei partecipanti al convegno un elenco di strutture alberghiere comprensivo di prezzi e indirizzi di contatto.
Potranno prendere parte al convegno solo i soci dell’AIBA. La quota annuale di iscrizione (di 30 euro) dovrà essere versata a Kragujevac durante la fase di registrazione.

Per ogni comunicazione si prega di scrivere all’indirizzo mail info@infoaiba.eu.
Riepilogo scadenze:
– invio modulo di partecipazione: 15 settembre 2016
– conferma degli interventi accettati: 30 settembre 2016