Nel corso degli ultimi decenni, la ricerca storica ha assistito all’affermazione di un orientamento transnazionale dal quale sono emersi diversi concetti, rivelatisi poi utili anche nel contesto dei cultural studies e della letteratura. Affianco a ‘transfer history’ e ‘histories croisées’, il concetto di ‘entangled histories’ – teorizzato da Shalini Randeria e Sebastian Conrad – sembra aver acquisito una particolare rilevanza. Il convegno vuole usare ‘entangled histories’ come strumento d’indagine delle popular music che si sono sviluppate nei paesi di lingua romanza così come nei contesti nazionali o regionali che nel passato hanno subito l’occupazione o la colonizzazione da parte di Italia, Francia, Spagna o Portogallo.
Una questione centrale è come la popular music costruisca (o metta in crisi) narrazioni di inter-connessioni transnazionali, che prendono forma nei testi, nelle musiche e nelle pratiche performa-tive. La storia pertanto verrà presa in considerazione, seguendo il suggerimento di Shalini Randeria, come una “trama complessa di storie condivise” (1999, 17), come storie di scambi e interazioni. Le storie coloniali, all’interno della prospettiva offerta dalle teorie postcoloniali, verranno lette come complicate intersezioni di processi di trasferimento multidirezionali.
Obiettivo del convegno è portare il concetto di ‘entangled histories’ all’interno dei vari stili e generi di popular music di lingua romanza (dal cantautorato al funk, dalle canzoni per colonne sonore ai musical, dal rock, pop, punk o rap alla world music) al fine di analizzare il modo in cui gli incontri (post)coloniali si manifestano attraverso i suoni, le parole e le performances. Così come ‘approcci’, la parola ‘incontri’ (‘encounters’) svela significati differenti. Incontri possono essere determinati dal contatto personale, concreto, fra musicisti, a loro volta influenzati dalle rispettive interpretazioni del passato; ma possono essere determinati anche da legami materiali e acustici che prendono la forma di strumenti, suoni e voci. Gli incontri si sviluppano attraverso viaggi e movimenti tridimensionali, si fondano su strutture dialogiche (che costruiscono il contatto ma lo mettono anche in crisi) e su influenze reciproche (si pensi per esempio all’intervocalità degli hook). Tali movimenti possono anche essere immaginari, nel momento in cui si sostanziano nell’evocazione di voci ‘straniere’, di suoni o di un’enorme varietà di effetti sonori. A sua volta, il concetto di voci, ripreso dal titolo, può essere interpretato come presenze sonore e materiali, come risonanze, come incorporazione, così come metafora di un’agency politica e sociale.
Il convegno è organizzato in un’ottica interdisciplinare e dà risalto a ricerche multimodali. Nondi-meno, saranno ugualmente accettate proposte che si basano esclusivamente su un’analisi testuale o su un’analisi sonora/musicale. Sono anche incoraggiate ricerche i cui approcci si legano ai cultural studies. Verranno accolte proposte nel campo della popular music di lingua romanza e nell’ambito della popular music nata nei contesti che hanno subito la colonizzazione o l’occupazione italiana, francese, spagnola o portoghese. Nonostante il focus sulle lingue romanze, saranno benvenute ricerche che affrontano i temi del convegno all’interno di popular music in lingue non romanze (a titolo di esempio, wolof in Senegal o amarico in Etiopia). Le linee guida che seguono, in nessun modo esaustive, segnalano possibili direzioni su cui i contributi si possono inserire:
• Che tipo di influenze e rapporti reciproci si possono individuare – al livello della popular music – tra le nazioni di lingua romanza e i paesi in cui si sono riversati i loro interessi coloniali? Esempi: temi; motivi; figure di stile riscontrabili nei testi; generi e stili musicali; intervocalità degli hook; materialità del suono e delle voci in quanto memoria culturale; incontri e incroci biografici.
• In quali modi il confronto fra storie coloniali e postcoloniali prende forma all’interno dei testi o persino delle musiche, e in quali modi fenomeni come il razzismo contemporaneo vengono messi in relazione con il colonialismo?
• Qual è il ruolo svolto dalle storie coloniali nella creazione di un immaginario della musica africana e nella costruzione dell’alterità e della blackness? In quali modi le caratterizzazioni di tipo etnico e gli stereotipi vengono espressi nella popular music?
• Attraverso quali pratiche gli archivi sonori o gli archivi di popular music che conservano eredità coloniali possono affrontare i contesti transnazionali contemporanei?
• In che modo stili musicali globali (reggae, rap, world music, ecc.) si confrontano con discorsi storici conflittuali?
• Come lo spoken word – una pratica artistica che unisce l’uso della voce, del suono e dei testi – è attivo oggi nel creare un coinvolgimento musicale che sostiene agencies transnazionali in diversi luoghi del mondo (da Addis Abeba ai campi per rifugiati in Italia o in Francia)?
• Qual è il ruolo svolto da ‘entangled histories’ e popular music nel contesto del movimento contemporaneo di migranti e della cosiddetta ‘crisi dei rifugiati’?
Le proposte complete di titolo e abstract (mezza pagina/circa trecento parole) vanno inviate entro il 30 novembre 2019 ad uno dei tre indirizzi elencati sotto. Le lingue ufficiali del convegno sono: italiano, francese e spagnolo, ma saranno accolti anche contributi in inglese e in portoghese. Siamo lieti di annunciare la presenza di Iain Chambers (Napoli) come keynote speaker e della scrittrice e vocalist Gabriella Ghermandi (Addis Abeba/Bologna) la quale terrà una lezione/concerto. Il convegno è organizzato in connessione con il progetto di ricerca “Ethiopian-Italian Relationships in Popular Music” (http://www.afrovocality.com/), in corso a partire da giugno 2019 presso l’“Archivio di testo e musica” dell’Università di Innsbruck, e si inserisce nella cooperazione dell’Archivio con la rete di ricerca “Les Ondes du Monde” (https://www.lesondesdumonde.fr/).
Organizzatori: Gianpaolo Chiriacò (giovanni.chiriaco@uibk.ac.at), Gerhild Fuchs (gerhild.fuchs@uibk.ac.at), Birgit Mertz-Baumgartner (birgit.mertz-baumgartner@uibk.ac.at) – Istituto di Lingue Romanze, “Archivio di testo e musica“, Università di Innsbruck, Austria.