Siamo liete di annunciare una call for submission per il volume
“Scienza e follia, stravaganza, eccezione. Alchimisti, maghi, scienziati eslegi nella cultura italiana”
curato da Silvia Zangrandi (IULM), Ellen Patat (Università di Milano), Daniela Bombara (Università di Messina)
Il pensiero positivista della seconda metà dell’Ottocento genera, fin dalle prime manifestazioni, il suo opposto: accanto a immagini di razionalità trionfante nelle figure di medici, biologi o filosofi, si profila l’oscura silhouette dello scienziato pazzo, che forza le misteriose leggi di natura con risultati imprevedibili e devastanti; si pensi ai mostruosi ibridi, iperumani o postumani prodotti dagli incauti ‘dottori’ di Capuana e, in altro contesto culturale, del Menghi sveviano. Il tema avrà uno sviluppo ulteriore nel Novecento, quando il predominio della macchina e della tecnologia entra nell’esperienza quotidiana: l’orrore dell’omologazione, l’impossibilità di sfuggire alle trappole dell’esistenza, infine la visione della Natura violata come assoluto caos si presentano allora nelle invenzioni fantastiche di Buzzati, Landolfi, Primo Levi, Rosa Rosà. Nelle formulazioni più recenti del tema domina la categoria del postumano, come sinergia individuo/animale, ma anche uomo/macchina, dando luogo ad organismi fluidi, privi di una definita identità, in scenari utopici e distopici.
Questo volume intende esplorare le vie della scienza come eccesso e follia (cfr. Zangrandi 2011, 2017; Garlaschelli e Carrer 2017); nelle forme meno tragiche quale occasione per esplorare nuovi percorsi di conoscenza. Si intende anche illuminare a ritroso l’evoluzione del personaggio, rintracciando le radici di un topos letterario e culturale che dal Novecento assume una configurazione plurima e riveste una molteplicità di funzioni: si pensi, volgendo l’attenzione al passato, al rifiuto della scienza esatta nel pensiero romantico e nella particolare declinazione leopardiana delle Operette morali, oppure all’immagine inquietante dell’alchimista rinascimentale, la cui conoscenza superiore dei fenomeni naturali si trasforma in eccesso, hybris sanzionabile.
D’altra parte la riflessione sul motivo della conoscenza deviata è già percepibile dagli albori della civiltà nel mito di Prometeo, rielaborato fin dal titolo nel celebre Frankenstein di Mary Shelley, opera che pone la questione del punto di vista femminile in relazione agli eccessi e agli orrori della scienza. Un’ulteriore linea di ricerca potrebbe quindi prendere in considerazione il confronto fra scrittori e scrittrici nella configurazione di un motivo che vede sulla scena come protagonisti solo figure maschili: lo scienziato, mai la scienziata.
La radicale originalità e stravaganza dello scienziato si estendono anche alla natura del luogo in cui egli opera. La necessità di ri-organizzare e re-interpretare lo spazio esprime l’inadeguatezza e la vetustà di alcuni ambienti nonché l’intrinseca immoralità che deriva dalla hybris: dalla settecentesca grotta del mago Trofonio (nelle opere di Paisiello e Salieri, 1785) che inverte la personalità di chi vi entra, al classico laboratorio nello scantinato del dottor Jekyll, all’inquietante appartamento berlinese degli avvoltoi ibridi di Primo Levi, fino a isole remote che rimodulano il modello della Tempesta shakespeariana: esotico teatro di esperimenti di vivisezione per il dottor Moreau nel romanzo di Wells, scenario per rivivere fantasticamente il passato per il dottor Climt ne L’uomo che incontrò se stesso (1918) di Luigi Antonelli. L’esplorazione dello spazio offre ulteriori spunti per osservazioni e riflessioni sulla liminalità dello scienziato e della sua follia, che talvolta si ribalta in strumento ermeneutico, per rivelare contraddizioni, assurdità, ingiustizie del sistema sociale.
Infine, l’orizzonte della ricerca non deve escludere le implicazioni politiche e gli elementi di critica sociale che sostanziano il discorso sulla scienza, quando essa abbia oggetti ed esiti eccentrici ed atipici, in particolare dal secondo dopoguerra in poi, in seguito all’invenzione ed all’applicazione devastante di armi di distruzione di massa.
Il volume intende proporre l’organizzazione ed evoluzione del tema sia in ambito letterario sia teatrale, cinematografico, fumettistico; saranno presi particolarmente in considerazione quei contributi che esaminano il topos dello scienziato eslege mediante un approccio comparatistico, nel duplice senso di interazione fra le arti e confronto tra narrazioni presenti in diversi ambiti geografici.
Si prega di mandare un abstract in italiano o inglese di massimo 400 parole corredato da bibliografia essenziale e una nota biografica a scientists.madness2020@gmail.com
Data di consegna dell’abstract: 30 giugno 2020
Notifica dell’accettazione provvisoria: 15 luglio 2020
Data di consegna del saggio completo: 30 dicembre 2020.
Ulteriori informazioni verranno fornite al momento dell’accettazione dell’abstract. Grazie per l’attenzione.
Silvia Zangrandi Ellen
Patat Daniela Bombara
ENGLISH VERSION
We are pleased to announce a call for submission for the book
“Science and Madness, Extravagance, Exception, Alchemists, Magicians, Outlaw Scientists in Italian Culture,
edited by Silvia Zangrandi (IULM), Ellen Patat (Università di Milano, Daniela Bombara (Università di Messina).
In the second half of the 19th century, positivism, from its very early manifestations, generates its opposite: the dark silhouette of the obscure scientist, who forces the mysterious laws of nature with unpredictable and devastating results, takes shapes along with doctors, biologists or philosophers, who represent the triumphant rationality. An example could be the monstrous, hyper human or post human hybrids created both by Capuana’s incautious ‘doctors’ and, in another cultural context, by Svevo’s Menghi. This trope is further developed in the 20th century when technology and machines seep into daily experiences: the horror of homogenization, the impossibility of escaping the traps of existence, and finally the notion of a violated Nature, associated to absolute chaos, are then presented in the fantastic inventions by Buzzati, Landolfi, Primo Levi, Rosa Rosà. Within the most recent formulations of the theme, the post human, which can be interpreted as the synergy between individuals and animals but also between men and machines, prevails, giving rise to fluid organisms without well-defined identities, in utopian and dystopian settings.
This volume aims at exploring the ways of science as excess and madness (see Zangrandi 2011, 2017; Garlaschelli and Carrer 2017) or, in less tragic forms, as an opportunity to explore new paths of knowledge. Another goal is to shed light on the character’s evolution, tracing the roots of a literary and cultural trope that, since the 20th century, takes on multiple configurations and plays manifold functions. Looking back to the past, this theme can be traced in the Romanticism’s rejection of the exact science and in the particular declination proposed by Leopardi in his Operette morali, or even in the disquieting image of the alchemist of the Renaissance, whose superior knowledge of natural phenomena turns into the extreme and a punishable hybris.
On the other hand, the reflection on the topic of the deviant knowledge is already noticeable from the dawn of civilization in the myth of Prometheus, re-elaborated in the famous Frankenstein by Mary Shelley, a work that points to the female stance in relation to excess and the horrors of science. Hence, a further line of research could compare male and female writers on their representation of a motif that generally focuses only on male figures as protagonists: the male scientist, never the female scientist.
The scientist’s radical originality and extravagance extend also to the nature of the place where he works. The need to re-organize and re-interpret space expresses the inadequacy and oldness of some environments as well as the intrinsic immorality that derives from the hybris: from the eighteenth-century cave of Trofonio (in the works by Paisiello and Salieri, 1785), that transforms the personality of those who enter it, to Dr. Jekyll’s classic lab in a basement, to the disturbing Berlin apartment of Primo Levi’s hybrid vultures; or even remote islands that reshape the Shakespearean model of The Tempest: an exotic theater for Dr. Moreau’s vivisection experimentation in Wells’ novel or a scenario to fantastically relive the past for Dr. Climt in Luigi Antonelli’s The Man Who Met Himself (1918). Exploring space offers further cues for remarks and reflections on the liminality of the scientist and his madness, which sometimes turns into a hermeneutic instrument apt to reveal contradictions, nonsense, and injustices of a social system.
Finally, the scope of the research should not exclude political implications and elements of social criticism that substantiate the discourse on science, when it deals with eccentric, atypical objects and outcomes, particularly after the second post-war period, following the invention and the devastating implementation of weapons of mass destruction.
The book intends to concentrate on the organization and evolution of the theme in several fields: literature, theater, cinema, and comic books. Particular attention will be paid to those contributions that examine the trope of the outlaw scientist’s with a comparative approach, considering both the interaction between the arts and a comparison between narratives available in different geographical areas.
Please send an abstract in Italian or English of a maximum of 400 words together with an essential bibliography, and a biographical note to scientists.madness2020@gmail.com
Submission date of the abstract of maximum 400 words: June 30, 2020
Provisional acceptance notification: July 15, 2020
Complete essay submission date: December 30, 2020
Further information will be provided upon acceptance. Thank you for your kind attention.
Silvia Zangrandi Ellen Patat Daniela Bombara