La critica letteraria dedicata a testi di autori siciliani ha sempre costituito l’oggetto di indagini particolari, che hanno legittimamente intravisto la specificità strutturale del luogo in relazione alle sue rappresentazioni, ai suoi simboli, ai suoi fantasmi.
Nel Novecento, l’isola ha donato alla tradizione letteraria nazionale una pletora di autori ormai entrati nel canone del secolo breve per aver individuato, partendo dal contesto territoriale, significative aree di problematizzazione che si sono irradiate verso la nazione. La fine dei generi determinata dal postmoderno sembra aver solo in parte intaccato la diffusione di tematizzazioni letterarie dedicate o ispirate alla Sicilia; scrittori e scrittrici continuano ad interrogarsi efficacemente sulla composita fisionomia culturale dell’isola, focalizzata soprattutto nella sua dimensione storica. Si consideri inoltre l’attualità della Sicilia come ‘frontiera’, anche in relazione ai recentissimi eventi sociopolitici, zona di incontro e demarcazione fra mondi e realtà sociali diverse, quindi elemento di ricca disamina per la critica e l’accademia: lo dimostrano le opere di autori quali come Giorgio Vasta, Evelina Santangelo, Nadia Terranova, Emma Dante, Roberto Alajmo, così come l’emersione dinamica di studi che guardano alla Sicilia per occuparsi del suo statuto di ‘porta’ problematica di un Mediterraneo oggi teatro di eventi traumatici, ma anche ricco di spunti per una riflessione culturale globale.
In questo contesto così articolato, la storiografia letteraria italiana si è solo marginalmente occupata di scrittrici siciliane, anche se la produzione novecentesca a firma femminile sta oggi ricevendo un’attenzione specifica, soprattutto da parte di studiose/i di letteratura e storiche. Manca comunque una sistematizzazione dei saperi sulle scrittrici isolane, laddove il rinnovato interesse per i Gender e Women Studies ha ricavato dalla Sicilia non pochi stimoli per indagini onnicomprensive. Accanto a pochi studi tematici (ad esempio S. Zappulla Muscarà, Letteratura siciliana al femminile, 1984; S. Todesco, Tracce a margine, 2017) o monografici (si possono citare fra gli altri C. Pausini, Le briciole della letteratura. Le novelle e i romanzi di Maria Messina, 2001, o M. Rizzarelli, Goliarda Sapienza: gli spazi della libertà, il tempo della gioia, 2018), le scrittrici siciliane rimangono antologizzate in volumi di relativa visibilità (Letizia Maria Mineo, Narratrici siciliane del ‘900. Biobibliografia, 1998; Santi Correnti, Donne di Sicilia. La storia dell’isola del sole scritta al femminile, 2001; Marinella Fiume, Siciliane. Dizionario biografico, 2006; Donatella La Monaca, Scrittrici siciliane del Novecento, 2008; G. Summerfield, Le siciliane. Così sono se vi pare, 2011). Le riflessioni sulla scrittura a firma femminile siciliana sono quindi destinate alla fruizione di pochi/e appassionati/e, a fronte di un mercato editoriale nel quale emergono continuamente nuove voci che inseriscono la Sicilia al centro della propria narrazione, tematizzandone la storia e la cultura (Stefania Auci, Alessia Gazzola, Cristina Cassar Scalia, Viola Di Grado).
La tendenza dominante, per quanto riguarda gli studi dedicati alle scrittrici siciliane del Novecento, sembra essere quella di esaminare autrici singole, per far fronte a decenni di silenzio critico; oppure si possono apprezzare studi tematici che estrapolano le scrittrici siciliane dal contesto regionale per inserirle in un discorso più ampio sulla letteratura delle donne.
I secoli precedenti al ventesimo soffrono, d’altra parte, di lacune cospicue per quanto riguarda l’interesse degli storici e delle storiche della letteratura, e non sono attualmente disponibili che pochi, scarni studi relativi ad autrici siciliane dell’Ottocento, o alle poetesse liriche del Quattro-Cinquecento, o ancora indagini incentrate sulle femmes savantes isolane che hanno abitato un secolo così tanto celebrato nella letteratura siciliana canonica, quale il Settecento. Di queste voci silenziose la critica ha raccolto pochi spunti e tracce, rimaste relegate ai fondi delle biblioteche.
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Il volume vorrebbe tentare una ricognizione in primo luogo diacronica sulle scrittrici siciliane, sollecitando interventi che possano favorire la conoscenza e l’approfondimento di autrici ‘dimenticate’, periferiche rispetto al sistema letterario, non canoniche, i cui testi meritino di essere riscoperti.
Si auspica che ciascuna personalità intellettuale sia indagata determinando significativi collegamenti al contesto socio-culturale e focalizzando la valenza anche storico- politica delle opere letterarie considerate; saranno benvenute le analisi che inseriscano le scritture di una determinata autrice o un gruppo di autrici nel più globale contesto dell’evoluzione culturale del territorio siciliano, anche utilizzando la prospettiva dei Cultural Studies.
Per i secoli dal Quattro all’Ottocento, sarà opportuno riferirsi alle lacune della storiografia letteraria esistente, fornendo una panoramica d’insieme su un tema, un periodo o un’opera, senza trascurare l’indagine di tipo monografico.
Lo sguardo sull’Ottocento potrà preferibilmente dedicarsi al rapporto tra la produzione letteraria femminile siciliana, la formazione dell’identità nazionale e la rappresentazione problematica e conflittuale delle strutture patriarcali.
Si suggerisce infine una ricognizione del panorama della scrittura femminile siciliana per generi, esaminando ad esempio le traduttrici, le viaggiatrici, le narratrici, le autrici di teatro, in una prospettiva sincronica o diacronica.
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Data di consegna dell’abstract di circa 500 parole : 30 luglio 2019
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Data di consegna del saggio completo : 31 dicembre 2019
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Milagro Martín Clavijo Serena Todesco Daniela Bombara