Cfp Convegno dottorale “La Copia. Un dialogo tra arte, cinema, filologia, filosofia, letteratura e storia”

In sintonia con lo spirito interdisciplinare alla base dell’offerta formativa e di ricerca del Dottorato in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche dell’Università di Parma, è organizzato un convegno dottorale con lo scopo di promuovere un confronto tra giovani studiosi. Tema trasversale, in grado di stimolare riflessioni provenienti da diversi campi del sapere e di incentivare il dialogo tra ricercatori, è quello della copia.

L’atto del copiare, tutt’altro che sterile e passivo, è alla base della trasmissione della conoscenza e dell’attività creativa, che non di rado si fonda su citazioni dirette e riprese più o meno esplicite di altri autori. Copiare è dunque un’azione, un atto, un gesto e un’attività densa di molteplici significati: copiare non è, infatti, solo riprodurre fedelmente, ma anche instaurare un legame diretto con il passato da cui si copia; ed è proprio su questa strada che può incamminarsi la ricerca umanistica.

Il concetto di copia può avere, ad esempio, notevoli potenzialità nella ricerca filologico-letteraria. Può essere considerato, in prima istanza, come l’azione materiale della copiatura del testo e delle modificazioni che intervengono nel processo di trascrizione dalla forma manoscritta a quella meccanica e digitale, con le relative implicazioni che ciò ha comportato nella ricerca filologica. La copia tuttavia, al netto della “critica del cavallo” di Jakobsiana memoria, può altresì essere considerata come ampio tema di ricerca nella produzione scritta e letteraria, in grado di rispondere a quesiti stimolanti: come si modifica o come persiste la rappresentazione della copia nella letteratura dal medioevo agli anni duemila? Come evolve il rapporto tra la copia – o le copie – e l’originale? Chi è, in letteratura, l’autore delle copie? E chi, o cosa, il copiato? Un’ulteriore prospettiva di analisi può essere ricercata anche nella copia come elemento costitutivo della creazione letteraria, nella formazione di generi – la cui proliferazione, specie in epoca contemporanea, è legata al concetto di serialità – e, più in generale, nel rapporto intrattenuto con la tradizione, basti pensare, ad esempio, alla faglia rappresentata dal postmodernismo e dal suo peculiare rapporto col passato.

Anche in ambito storico, il tema della copia offre numerosi spunti di riflessione e una pluralità di declinazioni possibili. In una prospettiva storico-culturale, l’atto di copiare rivestì una forma essenziale – e per molti secoli esclusiva – di trasmissione del sapere nonché di conservazione della memoria; sul piano storico-politico, operazioni di selezione e copiatura di atti e documenti accompagnarono il processo di formazione e profilatura delle istituzioni medievali e moderne; sul piano storico-economico, basti pensare al rapporto fra copia, imitazione e contraffazione di merci e manufatti nell’ambito di mercati sempre più complessi e articolati. Più in generale, il termine copia, poiché pregno di diverse sfumature semantiche, può essere impiegato per indagare la diffusione di modelli educativi e comportamentali, politici e sociali, economici e commerciali, di cui rimane traccia nelle numerose carte d’archivio.

Inoltre, la nozione di copia ha avuto, e continua ad avere, anche una ricchissima fortuna nei campi della ricerca filosofica: mimesissimulacrummeme, sono solo alcuni dei termini che identificano la copia nel dibattito filosofico; dall’epistemologia, all’etica, all’estetica, alla logica, alla filosofia sociale e del linguaggio, fino alla filosofia della mente e, in particolare, nel suo connubio con le scienze cognitive e i mirror neurons, il tema della copia si ritrova pressoché in ogni branca filosofica. Questa proliferazione di studi dà testimonianza della fecondità e del successo di un argomento di ricerca che continua a porre interrogativi sul concetto stesso di copia e che porta a riflettere sul perché e in che modo si continuano a mettere in atto processi di imitazione, riproduzione e copiatura.

Il dibattito sul tema della copia è però anche ricco di stimoli per gli studi sulle arti visive. Fin dalla sua origine, il cinema è stato visto come specchio del mondo, luogo di un possibile dialogo tra realtà e rappresentazione, tra il soggetto e la sua immagine. Le riflessioni teoriche sulla natura del mezzo cinematografico spesso hanno indagato il rapporto del cinema con la verità delle cose, mettendone in luce la possibilità di rappresentare una copia della realtà. Allo stesso tempo però il cinema è luogo di infinita rielaborazione di linguaggi e di testi differenti: i film sono in grado di dialogare non solo con varie forme di espressione, ma anche con altri film realizzati in precedenza, attraverso forme di remake, riuso, restauro, versioni multiple, parodie e citazioni. L’idea di copia, dunque, ha attraversato tutta la storia del cinema – di fiction e nonfiction – e dei sui rapporti intertestuali e intermediali, esercitando un potente fascino non solo su registi e autori, ma anche sul pubblico.

In ultimo, il processo di creazione del nuovo basato sull’appropriazione di linguaggi mediati dall’eredità storica nel suo complesso, unitamente a nuove ottiche prodotte dal contenuto della “condizione umana”, caratterizza la storia dell’arte e dell’architettura. In certi casi, si tratta di disiecta membra, frammenti, indizi che si rintracciano nei lemmi costitutivi di un lessico che cerca di porsi in netta antitesi con il passato; in altri, di modelli e strutture la cui circuitazione rinsalda in modo patente il rapporto tra presente e memoria. La copia, quando la sua proliferazione fa da contrappunto all’annichilimento dell’originale, diventa mezzo di preservazione e trasmissione di contenuti e consapevolezza.

Il convegno vuole essere pertanto l’occasione per indagare in modo corale le implicazioni e le innumerevoli significazioni di questa pratica profondamente radicata nella cultura umanistica.

Modalità di partecipazione

Il convegno si rivolge a dottorandi e a dottori di ricerca, italiani e internazionali, afferenti alle discipline filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche.

Gli interessati sono invitati a presentare una proposta che indichi un titolo provvisorio della relazione, l’istituzione di afferenza, un breve curriculum vitae e un abstract – massimo 1500 caratteri, spazi inclusi – entro e non oltre venerdì 31 luglio 2020 all’email: convegno-copia@unipr.it.

Si accettano interventi nelle seguenti lingue: italiano e inglese. La durata prevista per ciascun intervento è di massimo 20 minuti.

La valutazione prediligerà quegli interventi che sapranno instaurare un proficuo dialogo con altre discipline, che siano in grado di spaziare tra i campi del sapere o che si facciano portatori di una riflessione metodologica stimolante per tutti i ricercatori.

Tutti i candidati saranno contattati e informati dell’esito della selezione entro lunedì 7 settembre 2020.

Gli incontri si terranno presso l’Università di Parma – Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, via M. D’Azeglio, 85. La data sarà scelta in base all’evoluzione dell’emergenza sanitaria. I partecipanti ne riceveranno pronta comunicazione.

È prevista la pubblicazione degli atti del convegno.

La richiesta di partecipazione implica l’impegno dell’autore a partecipare al convegno. Le spese di spostamento e pernottamento sono a carico dei partecipanti.

Si invitano i partecipanti a seguire il sito www.copia-convegno.unipr.it per tutti gli aggiornamenti e a rivolgersi agli organizzatori per qualsiasi informazione o ulteriore necessità di chiarimento tramite l’indirizzo mail: convegno-copia@unipr.it.