Si segnala il seguente ciclo di pubblicazioni sul rapporto tra Letteratura e Scienza:
1) Stefano Redaelli, Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia, Bulzoni, Roma 2016
Il libro affronta il problema delle “due culture”, prendendo in esame sei autori italiani di narrativa dal secondo novecento ai nostri giorni. Le loro opere sono messe virtualmente in dialogo attraverso un’analisi comparata, in modo da evidenziare similitudini e differenze a partire da un tema comune. Daniele Del Giudice e Bruno Arpaia hanno ambientato due dei loro romanzi nei laboratori del CERN di Ginevra. L’immaginario della fisica delle particelle elementari si riflette in modo significativo – dai temi alla sintassi – nelle loro opere, in cui sono messi a confronto il laboratorio e il mestiere dello scrittore con quelli del fisico. Il confronto tra Primo Levi e Giuseppe Longo concerne la duplice cultura (scientifica e letteraria) degli autori (chimico Levi, ingegnere Longo), il rapporto tra valori e verità, il tema dell’ibrido e il personaggio mitico del centauro, che nell’immaginario di Longo diventa simbionte. Italo Calvino e Gianni Rodari hanno narrato il cosmo attraverso una cifra comica e ludica. Nella loro opera s’instaura un rapporto simmetrico tra scienza e letteratura fantastica. Dall’infinitamente piccolo della fisica delle particelle all’infinitamente grande della fisica cosmica, attraverso l’ibridazione che una duplice cultura produce, il libro vuole mostrare un ampio spettro di reciproche contaminazioni tra scienza e letteratura.
2) Klaus Colanero, Stefano Redaelli, Le due culture. Due approcci oltre la dicotomia, Aracne, Roma 2016
Il libro propone due nuovi approcci, complementari, al problema delle due culture, prendendo in esame autori italiani contemporanei: Primo Levi, Leonardo Sinisgalli, Italo Calvino, Gianni Rodari, Giuseppe Longo, Daniele Del Giudice, Bruno Arpaia, Piergiorgio Odifreddi, Paolo Giordano. Il primo approccio mira ad identificare la posizione culturale di un autore nei confronti dell’attività scientifica e di quella letteraria, cui può conferire o meno pari dignità e valore epistemico. Il secondo studia il modo in cui l’autore si muove, con la sua produzione letteraria, nella zona di confine tra i due ambiti, attraverso quattro costumi di frontiera: il transito, lo sconfinamento, l’alleanza, il conflitto. Inserendosi nel filone dei saggi a quattro mani di umanisti e scienziati, gli autori propongono una nuova chiave di lettura e nuovi strumenti critici per andare oltre la dicotomia tra le due culture.
3) Stefano Redaelli (a cura di), La scienza nella letteratura italiana, Aracne, Roma 2016
Il presente volume raccoglie i saggi di studiosi di letteratura, linguistica, filosofia, storia della scienza, fisica, intervenuti al Convegno: “Letteratura e Scienza nella lingua e cultura italiana: da Dante ai nostri giorni”, tenutosi a Varsavia nei giorni 6-7 giugno 2106, presso la Facoltà “Artes Liberales” dell’Università di Varsavia. Con tagli, prospettive, metodologie diverse gli studi abbracciano un arco temporale di sei secoli, dal rinascimento ai giorni nostri, tracciando alcuni punti salienti della parabola di intersezioni, scambi, reciproche contaminazioni tra le due culture, che – come scriveva Italo Calvino – ha caratterizzato la letteratura italiana fin dalla sua nascita: “è una vocazione profonda della letteratura italiana che passa da Dante a Galileo: l’opera letteraria come mappa del mondo e dello scibile, lo scrivere mosso da una spinta conoscitiva”. Il presente volume vuole contribuire a colmare una lacuna ancora presente nell’ambito degli studi sul rapporto tra le due culture – in particolare dagli anni novanta in poi -, mettendo in luce, in una prospettiva diacronica e interdisciplinare, la rilevanza storico-culturale e l’attualità del fenomeno.