Call for Paper, RISL 13-2020
Giacomo Leopardi e le rappresentazioni sette-ottocentesche della natura
O natura, o natura, |Perchè non rendi poi | Quel che prometti allor? perchè di tanto | Inganni i figli tuoi?
Madre temuta e pianta | dal nascer già dell’animal famiglia, |Natura, illaudabil meraviglia, |
che per uccider partorisci e nutri.
La natura costituisce uno dei nuclei fondamentali sia della elaborazione poetica, sia della riflessione ermeneutica di Leopardi, tanto nella veste di ‘spettacolo’ ambientale, molte volte lunare, che fa da palcoscenico, spesso contrastivo, ai “moti” dell’animo, quanto nella veste di ente generatore che materialmente e meccanicisticamente crea, dimenticandosi di quanti ha creato (esseri umani, animali, piante) e destinandoli a sofferenza certa.
La complessità della raffigurazione leopardiana della natura – madre benevola nelle epoche antiche e durante la fanciullezza, madre indifferente nelle epoche moderne e nell’età adulta – si appoggia su ampie letture filosofiche e letterarie, nonché su una potente capacità di osservazione del mondo circostante e della ricca iconografia del tempo. Voltaire e il suo Poema sul disastro di Lisbona, Thomas e la sua Ode sul tempo, Il Sistema della natura di d’Holbach ma anche le opere di Pluche e di Buffon, soltanto per citarne alcune, interagiscono – oggi si direbbe in modo “transmediale” – con le rappresentazioni artistiche letterarie e visive, generando in Leopardi una scrittura complessa, multiforme e variegata, capace di attraversare generi e forme tra loro diverse, e che diventa ancora più espressiva e composita durante gli anni trascorsi a Napoli. Lì, la compenetrazione tra osservazione diretta del paesaggio marino e vesuviano e le sue descrizioni, in particolare quelle prodotte da viaggiatori e viaggiatrici stranieri/e, diventa materiale “attivo” per la composizione tanto dei Paralipomeni quanto della Ginestra e del Tramonto della luna.
Il vasto ambito delle raffigurazioni poetiche e delle riflessioni filosofiche che Leopardi dedica al tema della natura è, come noto, uno dei capisaldi della critica leopardiana, che vi è esercitata su più fronti. Questo numero tematico ha tuttavia l’ambizione di sondare in modo puntuale un aspetto ancora bisognoso di approfondimento, ovvero il concetto e la rappresentazione della natura connessi al contesto culturale di quella modernità a cui Leopardi può fare riferimento. Si tratterà di analizzare, insomma, l’influenza esercitata dalla trattatistica scientifica e filosofica, ma anche dalla produzione artistica e poetica a cavallo tra Sette e Ottocento sull’elaborazione delle diverse idee leopardiane di natura. Facendo convergere differenti approcci e differenti metodologie di indagine – comparatistica, ecocritica, filologia, ermeneutica, linguistica, tematica, studi culturali, stilistica,… – i saggi che comporranno il numero 13 della RISL dovranno poter gettare nuova luce sul Leopardi lettore (ad esempio di immagini complesse, filosofiche e insieme naturalistiche, come quella del giardino nella tradizione settecentesca, riformatrice e/o illuminista; o della natura filtrata dalla poesia dell’Arcadia); sul Leopardi osservatore (ad esempio della scultura di Canova e dei suoi discepoli, come quel Pietro Tenerani, ispiratore delle due sepolcrali); sul Leopardi ascoltare e spettatore (ad esempio della messa in scena della natura romantica nella rossiniana Donna del lago); sul Leopardi traduttore (che per via indiretta o diretta, soprattutto tramite le riviste del tempo, legge e apprezza, oltre ai classici, anche la cultura europea a lui contemporanea); ecc.
Si prega di inviare entro il 28 febbraio un abstract di 250 parole circa e una breve nota bio-bibliografica al seguente indirizzo mail:
• risl.direzione@gmail.com
La decisione della Direzione e del Comitato scientifico sarà comunicata entro il 15 marzo. Al momento dell’accettazione saranno inviate anche le Norme editoriali.
I contributi non dovranno superare le 60.000 battute, spazi inclusi (ca. 10.000 parole); e dovranno pervenire al medesimo indirizzo email sopra indicato entro il 30 agosto 2020.
Ogni contributo sarà soggetto a double blind peer review.