[CFP-CAIS-Orvieto 2019] Tra persistenza e mutamento: lavoro e identità femminili

Tra persistenza e mutamento: lavoro e identità femminili

“È grazie al lavoro che la donna ha in gran parte superato la distanza che la separa dall’uomo; è solo il lavoro che può garantirle una libertà concreta”.  Dopo settant’anni la sicurezza di Simone de Beauvoir lascia spazio a numerosi dubbi, e i cambiamenti recenti nel mondo lavorativo sembrano incrinare questa visione del lavoro come fonte di liberazione. Complesso e nettamente squilibrato sin dagli anni del secondo dopoguerra (come dimostra ad esempio Dacia Maraini nel racconto Le Mani), il rapporto uomo/donna nell’universo lavorativo, non solo italiano, è lontano dall’essere paritario. Il fenomeno largamente mediatizzato del #MeToo ne è stato l’ennesima prova, svelando quanto sotto le stesse etichette – precariato, globalizzazione  – la situazione femminile e maschile sia ancora asimmetrica. Forme di “segregazione orizzontale e verticale” , che non consentono alle donne di raggiungere gli stessi risultati professionali, sono radicate e non cessano di rendere più profondo il solco tra i due sessi.
A voler far parlare i numeri la situazione del lavoro femminile in Italia, come in buona parte dell’Europa del sud, è chiara: vi è ancora oggi una forte differenza, a sfavore delle donne, rispetto all’occupazione maschile. Nella nostra penisola, secondo l’ultimo rapporto Istat, il divario di occupazione si aggira intorno a venti punti percentuali. Allo stesso modo, andando ad osservare le cifre che riguardano il lavoro part time, anche lì notiamo come sembri essere una prerogativa femminile. Nel sud della Penisola, il quadro si dipinge di tinte ancora più fosche. Tutte queste cifre sono al netto del lavoro nero, nota piaga del sistema lavorativo italiano, e delineano un’evoluzione positiva rispetto ai decenni precedenti.
Il panel vorrebbe esplorare le rappresentazioni artistiche (letteratura, teatro, danza, cinema, musica, arti plastiche e grafiche) che, a partire dal 1980, hanno cercato di raccontare il ruolo della donna nel mondo lavorativo italiano e quanto il lavoro influisca sulla condizione e l’identità femminili. In che cosa il precariato – “condizione storica della prestazione lavorativa delle donne”  – rivela una specificità femminile? Cosa ci dicono della condizione femminile attuale i processi di “femminilizzazione del mondo del lavoro”? Inoltre, le donne non sono un gruppo omogeneo e atemporale, ma un soggetto plurimo, storicamente e socialmente contingente: le analisi potranno dunque concentrarsi sulle differenze tra le donne rivelate dall’instabilità economica e dai processi di globalizzazione.
Sono benvenuti tutti i contributi che studiano il rapporto donne-lavoro all’interno delle rappresentazioni artistiche sopra citate, le forme e i temi, l’evoluzione cronologica, le chiavi di lettura trandisciplinari, le influenze transnazionali, partendo da una singola opera o da un complesso di lavori.

Le proposte dovranno essere inviate entro il 28 febbraio 2019, ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

carlo.baghetti@univ-amu.fr
manuela.spinelli@univ-rennes2.fr